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Italia – Germania ANDATA E RITORNO

febbraio 4, 2009

“Cara Eulinx, ho riletto tutto d’un fiato questo blog, ogni singola parola, e ho cercato di immaginarti seduta al pc, con lo schermo bianco davanti agli occhi e le dita che scorrono veloci sulla tastiera a trasformare in parole quelle emozioni che altrimenti avresti dimenticato per sempre. Ho cercato di guardare la Germania attraverso i tuoi occhi di allora, quando tutto era nuovo e doveva sembrarti così spaventoso e affascinante allo stesso tempo. Ho provato ad affrontare quello che mi succede oggi con l’ironia che mettevi in quel periodo che sembrava leggero, ma che in realtà era una lotta quotidiana. Quando tu e Sean non avevate quasi niente e stringevate i denti anche per fare la spesa al supermercato, ma vi scaldavate sotto lo stesso vecchio piumone di sera e trovavate divertente persino l’orrenda puzza di curry che impregnava i muri del vecchio appartamento. Ho provato a chiedermi se io farei tutto quello che hai fatto tu in questi anni, e non sono riuscita a darmi una risposta convincente, ho provato a pensare con la tua testa e a parlare con le tue parole, tanto che ho iniziato persino a domandarmi chi delle due sia veramente l’alter ego dell’altra. La verità è che un po’ ti invidio e vorrei essere te, avere tutto il tempo davanti e un sogno da realizzare ogni giorno, un pezzo per volta, vederlo crescere e ampliarsi. E invece non sono più te, sono solo Alessandra, una che di sogni ne ha pochi e non ci crede nemmeno poi tanto.”

Cara Eulinx,

queste parole te le scrivevo – senza pubblicarle – solo 8 mesi fa, e già sono felice di rendermi conto di quanto intorno a me sia cambiato da allora. Per fortuna non ho smesso di credere nei sogni, ma sono riuscita a svegliarmi da un torpore irreversibile che mi ha costretta ad occhi chiusi per lunghi, interminabili mesi. Cara Eulinx, ti scrivo per dirti che a volte mi manchi da impazzire, e pensarti seduta a quella scrivania, davanti al pc, mi provoca un immediato nodo alla gola che è quasi impossibile da mandare giù. Un po’ per un senso di nostalgia, per l’amore che ho provato e provo tutt’ora per la casa dei miei sogni, quel piccolo “Dachwohnung” nella Kopernikusstrasse. Un po’ perché la visione di te, seduta lì tutta sola, ti rende ai miei occhi quasi prigioniera di quella mansarda, prigioniera di un sogno che hai costruito e probabilmente distrutto con le tue stesse mani.

Eulinx, in tutti questi mesi ho provato ad odiarti, a giustificarti, a trovare per te un’identità diversa dalla mia. Hai inanellato una serie di errori e di catastrofiche cazzate che a raccontarle adesso nessuno ci crederebbe mai. Hai vissuto la tua storia con Sean – come non avevo dubbi avresti fatto – fino all’ultimo respiro possibile, fino a quando perfino il tuo stesso riflesso nello specchio ti diceva che stavi sbagliando, che era troppo. E quando poi hai pensato che finalmente qualcosa potesse rinascere tra di voi, è arrivato un angelo silenzioso che ti ha portato via da tutto quel fango, impedendoti di commettere l’ennesimo passo falso.

A volte penso che ti saresti dovuta accorgere prima di tutto quanto andava storto. A volte mi fa rabbia pensarti inerme a cercare un appiglio per poter restare nella tua casa a rotolarti nel dolore come un cane nella sabbia. A volte ti vedo al tavolo della cucina mentre leggi incantata le parole di un uomo diverso dagli altri che è riuscito a prenderti in braccio e a ripulirti da tutta quella sabbia che ti sporcava e ti accecava. Cara Eulinx, tu non esisti più. Nessuno ti chiama più così, se non le pagine di internet che ancora ti cercano e ti conoscono. C’è un uomo che ti ama che sta tornando a casa da te. Che sta tornando a casa da me. Ha un milione di modi per dimostrarmi il suo amore, ma quello che preferisco è quando capisco che ha voglia di stare con me, di passare il suo tempo insieme a me. Non sono abituata alle sue attenzioni, e spesso penso di non meritarle. Ma poi invece cambio idea, forse me lo merito anch’io un uomo così. Forse non ho fatto solo errori. Forse è proprio vero quando dicono che bisogna soffrire tantissimo per poter essere felici tantissimo.

A tutti quelli che passano di qui, che si domandano e mi domandano che fine abbia fatto. Siete molto cari, apprezzo tantissimo la vostra curiosità nei miei confronti, e mi lusinga, anche. Ma questo blog non riprenderà il suo corso, almeno non in questa veste. Sean e io siamo ancora in contatto, siamo rimasti “amici”, per quanto amici possano rimanere due che si sono amati tanto. La mia vita continua, in Italia, con persone care, carissime, vecchie e nuove. Sono innamorata e sono serena, e queste sono le sole cose che potessi e che poteste augurarmi. Tutto sommato il titolo del blog era forse sbagliato in partenza.  😉

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Avviso ai naviganti II

febbraio 29, 2008

Ho avuto dei problemi “tecnici” e pratici con il blog. Da oggi in poi alcuni post saranno protetti da password, altri non lo saranno. Visto che si tratta della mia vita e dei miei fatti personali, e in qualità di autrice unica di questo spazio, mi riservo il diritto di esercitare un semplice e per me insolito vantaggio: la dittatura!

Chi volesse accedere ai vecchi e ai futuri articoli privati, può lasciare un commento a questo post o scrivermi una e-mail. Una volta che avrò sguinzagliato i cani, che vi avrò perquisiti e sarò sicura che non portate con voi microspie, vi invierò una password. (Alcuni di voi, naturalmente, l’avranno anche senza chiederla, ci siamo capiti!) 😀

Ringrazio di cuore Duss e Gidibao per avermi aiutata a risolvere la spinosa questione. Senza di loro questo blog sarebbe andato incontro a morte certa. Baci 😉

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Diario dall’esilio:

febbraio 25, 2008

Giorno 52.

Mi trovo ancora nella landa desolata. E stasera, per giunta, inizia il Festival di San Remo. Ma che ho fatto di male??

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Che anno è?

febbraio 15, 2008

Perchè sui giornali e in tv negli ultimi giorni si fa un gran parlare dell’abolizione della legge sull’aborto? Ma non siamo nel 2008? Oddio, ora esce fuori che siamo nel 1974 e che io ho di nuovo esagerato con l’LSD…

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Succede di Notte

febbraio 12, 2008

Di tanto in tanto mia sorella lascia il mio nipotino a dormire qui con me. Di sera la peste si trasforma, come per magia, in un bambino che a tratti definirei perfino calmo, ma sempre tremendamente adorabile. Dopo cena ci laviamo i denti, ci mettiamo il pigiama, uniamo i letti e ci mettiamo sotto il piumone a leggere insieme una storia. Gli piacciono le storie di fantasmi, di castelli stregati e di mostriciattoli, ma poi…

Ore 04.12.

Nipote di Eulinx: Zia? Zia?

Eulinx (trafelata e con i capelli a raggiera) : Sì?  Che è successo? Ti senti male? Hai sete? Devi fare pipì?

Nipote di Eulinx (col mento tremolante che trasforma i cuori di pietra in cuori di panna):  No. Ma ho fatto un sogno bruttissimo. Posso venire più vicino a te?

Eulinx: Ma certo, cucciolo. Dimmi, cosa hai sognato?

Nipote di Eulinx: Non mi ricordo bene, ma c’era il mostro a tre teste e anche il mostro succhiasangue.

Eulinx: Santo cielo, sarà stato un sogno terrificante, allora!

Nipote di Eulinx (sull’orlo delle lacrime): Sì, mi sono messo proprio paura.

Eulinx: Ma lo sai, no, che i sogni sono solo delle immagini e che non esistono davvero. E’ come quando guardi la tele. I mostri che vedi nei cartoni sono solo disegni, mica esistono veramente.

Nipote di Eulinx (dopo qualche secondo di riflessione): Comunque, zia, alcuni mostri esistono davvero. Per esempio, il mostro a tre teste si sa che è finto, ma il mostro succhiasangue esiste veramente. Secondo te dove abita il mostro Succhiasangue?

Eulinx (tra sé e sé): Ad Arcore? Mmmhh… (poi abbracciando il nipotino): Ma no che non esiste, te lo assicuro, fidati di me. Dormiamo adesso, che è tardi.

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Viva e vegeta. Più vegeta, però.

gennaio 29, 2008

Insomma, che vogliamo fare con questo blog? Gli diamo un tubetto di barbiturici e lo lasciamo morire da diva? Ma no, no, ho solo bisogno di un po’ di tempo per ricordarmi come si scrive. Che nelle ultime settimane ho fatto fatica anche a ricordarmi come respirare, figuriamoci mettere insieme un mucchio di frasi di senso compiuto.

Sono tornata da Mannheim da una decina di giorni, e subito sono stata stesa da una brutta influenza che mi porto ancora dietro. L’untore è mio nipote, 6 anni e non sentirli. Vorrei avere io tutta l’energia che ha lui, che con 40 di febbre riesce ancora a saltellare come una cavalletta. Comunque.

Mi trovo in questa landa desolata da dieci giorni, e mi sembrano già dieci mesi. Rimango a tempo indeterminato e – sia chiaro – contro la mia volontà! Mi sto informando per seguire un corso di fotografia, qualcosa che non prosciughi del tutto le mie già pietose finanze, ma che allo stesso tempo mi dia la possibilità di farmi un po’ le ossa in questo campo. Devo riabituarmi ad un sacco di cose, specie quelle che davo per scontate. E’ dura, ma ce la devo fare. E ce la farò.

Cercherò di aggiornare il più possibile, non è facile tenere vivo un blog quando l’autrice per prima non si sente viva! Piano piano tornerò la Eulinx di sempre, o almeno lo spero. Un abbraccio fortissimo a tutti voi, e a uno in particolare. 🙂

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Anno Nuovo

gennaio 3, 2008

È iniziato un altro anno. Tutto sembra correre talmente veloce in questi giorni. Il tempo, i ricordi, i pensieri. Non riesco a star dietro a niente per più di una manciata di minuti. Non riesco a concentrarmi, a pensare positivo, a trovare il lato buono delle cose, che pure è sempre stata una delle poche qualità del mio carattere di cui andavo fiera.

Cambio umore e pensiero di continuo. Se trovo la forza di guardare avanti e di entusiasmarmi per quello che potrebbe succedere tra qualche mese, il minuto seguente ho solo voglia di mettermi a letto e non alzarmi più. Mi sento tremendamente sola. Sola come non mi era mai capitato di sentirmi prima d’ora. Mi sento presa in giro, beffata dagli eventi che io stessa ho causato. E, cosa peggiore, mi sento come se non avessi più il tempo di rimediare ai miei errori. E ora sto per dire una cosa che so già che forse non verrà capita. Ho la sensazione che niente di bello potrà più capitarmi nella vita, niente che possa farmi ridere ancora come ho fatto prima, niente che mi dia quella scossa, quel brivido per il quale si ringrazia di essere vivi. E non perché penso che sarò sfortunata, ma perché avrò sempre paura di lasciarmi andare ancora, di concedere tutta me stessa come ho fatto con lui.

Dovrò quindi tirare fuori dall’armadio la vecchia corazza, quella che credevo ormai inutile, quella che non lascia passare i sentimenti e che protegge dalle lacrime, dalle ferite, dai colpi bassi che la vita si diverte a riservarmi.

In ogni caso, tantissimi auguri di buon anno a tutti voi. Scusate la mia scarsa presenza, il fatto che non risponda ai vostri commenti non significa assolutamente che io non li legga, che non li apprezzi e che non li tenga in considerazione. Anzi, in questo momento sono per me piccole perle di amicizia che, come tutti sanno, è l’unico vero antidoto contro i cuori spezzati. 🙂 Perciò grazie di esserci, grazie davvero.

“Wish I had known that
What seemed so strong
Has been and gone”

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Auguri

dicembre 24, 2007

Non sono buone giornate per me. Scusate l’assenza dal mio e dai vostri blog.

Auguro a tutti voi un Natale più sereno del mio, di cuore. A presto.

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Di Turbolenze e di altre Catastrofi

dicembre 5, 2007

Sono tornata a Roma. Per l’occasione lo schermo del pc dei miei si è tinto di un bel rosa pallido, chissà se vuol comunicarmi qualcosa.

Sono stanca stanca, ma non ho un briciolo di sonno. Adesso che sono qui nella mia vecchia camera da letto continuo a pensare a cosa farò e chi sarò e quando sarò e con chi sarò. Sì, lo scopriremo solo vivendo. Il caro Lucio in queste occasioni torna vivo e tremendamente indispensabile nella mia vita.

Alla veneranda età di 34 anni mi ritrovo ancora in questa stanza, con qualche pelouche superstite al bordo del letto e le foto di un’altra vita appese alle pareti. C’è una ragazza di 21 anni che mi guarda sorridente abbracciata al suo primo amore – altro pietoso fallimento – e che sembra volermi dire “te l’avevo detto, io”. Detesto quelli che hanno sempre ragione.

Ho poche certezze nella mia vita. Poche, solide isole piene di sole alle quali, però, sembro tornare sempre nuotando fino allo stremo, anziché a bordo di uno yacht come vedo fare nella vita inamidata di altre persone, se capite cosa intendo. Ci pensavo in aereo oggi pomeriggio, tra una turbolenza e l’altra, con un occhio falsamente disinteressato alle norme di sicurezza nella tasca del sedile di fronte. Che poi io da sempre mi chiedo: ma perché gli omini delle norme di sicurezza hanno sempre quell’aria serafica e rilassata? Non sarebbe invece il caso di disegnarli, se non addirittura in preda al panico, almeno con la loro bella nuvoletta che dice “Ma porca di quella zozza infame, stiamo per schiantarci al suolo e non ci riconosceranno nemmeno col test del DNA!”, oppure, che so: “Fanculo, me lo sentivo che era meglio andare in vacanza a Trovajanica!”. Macché, loro se ne stanno lì, perfettamente sicuri di sé e in pieno possesso delle loro facoltà mentali. Respirano in tranquillità dalla loro brava mascherina per l’ossigeno – coprendo naso e bocca – indossano il giubbotto salvagente posto sotto il sedile sotto di loro, si tolgono le scarpe e…splash! si tuffano agilmente in mare dagli scivoli d’emergenza. La cosa più drammatica che sembra passargli per la testa è “Ohibò, stiamo precipitando. Che disdetta!”. Non so, non mi trasmettono sicurezza. Trovo che sarebbe più credibile un omino dalla faccia terrorizzata che non ricorda più se il salvagente è sotto il proprio sedile o sotto quello di fronte, che dimentica di togliersi le scarpe col tacco prima di fare spalsh! dallo scivolo gonfiabile, o che, in preda al panico da depressurizzazione, se ne sbatte delle maschere d’ossigeno e urla disperatamente “MORIREMO TUTTI!!!!”. Che poi è la verità, mera e semplice. Moriremo tutti. Sarà per questo che vale la pena di vivere come se fosse sempre l’ultimo giorno?

Chiaro, ho divagato, e neanche di poco. Delle mie solide certezze vi racconto domani, ché adesso un po’ di sonno mi è venuto. Ciao.

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Tre anni e non sentirli

dicembre 1, 2007

Questo blog ufficialmente compie oggi tre anni. In queste ultime settimane non so più quante volte sono stata sul punto di scrivere l’ultimo post e dire sayonara a tutti, ma non riesco proprio a farlo. Amo questo piccolo mondo, amo questa “comunità”, adoro aprire questa piccola finestra su di me e respirare a pieni polmoni le mie emozioni che mi guardano da qui, nero su bianco, come se non le avessi nemmeno scritte io.

Grazie a tutti quelli che passano di qui, grazie a tutti i nuovi amici che ho guadagnato in queste pagine virtuali, grazie agli amici vecchi che leggono le mie avventure da 1200 km di distanza, grazie a tutti quelli che mi hanno scritto in privato chiedendo consigli e opinioni sulla Germania, o anche solo per dire “ciao”. Quante belle emozioni in questi 3 anni! 🙂

No, non ci penso proprio a chiudere. La mia creatura ha ancora bisogno di me. O meglio, io ho ancora bisogno di lei, ma fa lo stesso. A presto.